NON PSICOLOGICA

 

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                                     La rappresentatività nelle dinamiche

                                    del comportamento e simbolizzazione

 

 

Cosa si intende per rappresentatività di un comportamento?

Nella quotidianità, le persone eseguono molte azioni e mostrano molti oggetti con il fine inconsapevole, di dare una qualche rappresentazione di parti della propria persona o identità. In qualche modo, il fare mostra di un oggetto o  un comportamento, colloca la persona in un dato ceto, categoria o posizione gerarchica. Nella storia questo uso simbolico di oggetti e paramenti è sempre stato molto attivo, ma mai come nella modernità, questo fattore è divenuto particolarmente interessante e complesso. In questo contesto, parleremo di rappresentatività, quando un dato oggetto o comportamento viene attivato dalla persona con l'intento, a seguito di una proiezione, di prevenire un pregiudizio, naturalmente auto-prodotto.

 

In parole povere, ogni persona, quando proietta una qualche forma di minaccia al proprio valore, adotta immediatamente dei comportamenti rappresentativi, ossia rivolti a sottolineare o dimostrare qualcosa che certifichi in qualche modo il proprio valore o status, in modo che gli interlocutori non pensino cose diverse da quelle che inconsapevolmente proietta la sua mente. In maniera macroscopica troviamo per esempio il pomparsi i muscoli per prevenire di essere considerati come persone deboli. Da notare, che chi compie questa cosa, la giustifica cognitivamente con l'intento per piacere alle donne o uomini e non cognitivizza affatto che la proiezione 'motore' è quella di essere deboli/insignificanti quindi non attraenti. Una cosa simile avviene quando ci si compera un auto di grossa cilindrata, dove, alla guida ci si sente importanti, così come per una donna quando prende un vestito oppure delle scarpe speciali. Si entra in un ruolo dove viene rappresentata una specie di maschera che compensa la consueta visione di sé, che però non è a quel livello.

 

Un meccanismo di rappresentatività più sofisticato è rappresentato invece dalle sfumature del comportamento e della comunicazione non verbale. Per fare un esempio, quando vediamo una persona che sfoggia una bella frase, di quelle con un bel significato morale. Quando avviene questo comportamento, l'individuo che lo emette sta facendo mostra del proprio atteggiamento morale, o etico, attraverso il quale mette/dichiara le basi della conversazione, mette in luce che intende controllare il territorio dello scambio. Un altra modalità di rappresentazione interessante è il come le persone gestiscono gli inviti e i convenevoli nei rapporti sociali, ad esempio gli inviti a coppie, o le cene tra amici, dove è facile osservare che viene utilizzata un certo tipo di formalità, più o meno rigida, mirata a esprimere dal un lato il valore degli invitati ospiti, dall'altro che il valore degli invitati è una rappresentazione del proprio valore. Molto spesso questo tipo di contesto, contiene apprensioni e forme di soggezione, che sono i motori veri e propri della rappresentatività del comportamento. Siamo sempre e comunque nel contesto della produzione di proiezioni, ma ne stiamo capendo una funzione secondaria, quella della rappresentazione di sé, di tipo compensativo. La mia proiezione è di una specie di inferiorità inconsapevole ed implicita, che compenso nella valorizzazione con azioni e intenzioni che in qualche modo vengono comunicate.

 

In realtà, i meccanismi rappresentativi e compensativi funzionano anche se non vengono comunicati, infatti le persone spesso non associano le proprie azioni come atti comunicativi, ma sono convinte di agire per sé stessi, ma inutile dire che siamo davanti a un inconsapevole meccanismo di difesa, dove ammettere che si agisce in soggezione ad altri viene ritenuto e proiettato come debolezza.

 

 

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