NON PSICOLOGICA

 

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della mente umana

 

 

                                 La Performance nelle dinamiche mentali

 

Come sappiamo, l'ansia produce una grande quantità di comportamenti, reazioni fisiche e varie somatizzazioni. Come accade che questo conflitto sia così potente e così condizionante? La potenza e l'efficacia dell'ansia si basano sul livello di confusione tra la nostra identità e le rappresentazioni valoriali di “migliore” e “peggiore” (stereotipi  moralizzati).  L'individuo può sviluppare un comportamento di tipo ansioso se da un lato avverte di doversi comportare in “maniera adeguata” in una situazione che, in qualche modo, subisce e rifiuta, dall'altro valuta la sua performance secondo canoni comparativi, ossia, competitivi, quindi di fatto aderendo agli schemi di cui subisce l'effetto (auto-negazione). I fenomeni di tipo ansioso si sviluppano, quindi, a partire da un'interazione basata sulla negatorietà; performance e comparazione vengono attivati assieme, all'interno della sensazione del conflitto emozionale in atto. Il proprio valore, attraverso il quale la persona attua la comparazione valutativa delle proprie performance, è percepito secondo le caratteristiche di attivazione dettate dal Modello Emozionale familiare in rapporto ai modelli sociali di prestazione usuali per quel dato contesto. Ad esempio, che siano legati alla scuola o al mondo del lavoro, raramente, la percezione di sé stessi è slegata dalle prestazioni che quel dato ambiente prevede come “normali”, che per la sua natura quantitativa e qualitativa non può che essere compreso in una scala di meriti e/o demeriti. L'ansia, quindi, coadiuvata e strettamente legata prima al senso di inadeguatezza e poi a quello di colpa, si attiva anticipando gli eventi, nella proiezione (pre-figurazione) di non essere in grado di realizzare i compiti previsti nel modo socialmente previsto. Interessante osservare che l'individuo in stato d'ansia, agisce e ragiona con la convinzione che dal successo delle proprie performance dipenda la propria felicità (sentimento stereotipato). Ma l'ansia vine percepita dapprima come elemento motivante (qualche volta definito assurdamente eustress), per poi a seguito della fatica profusa divenire come un ostacolo, e questi limiti assunti vengono percepiti come impedimento al conseguimento dello scopo prefissato, generando una forte frustrazione. È facile percepire dall'esterno lo stato ansioso come assurdo, ma l'individuo che vive questa condizione percepisce la reale impossibilità di produrre una mediazione tra la volontà e il dovere. In questa conflittualità, le sue componenti antagoniste si esasperano generando un vincolo tra di loro. Perciò, al crescere della sensazione di limite abbiamo un acuirsi anche della percezione del valore e della priorità dell'obiettivo da raggiungere (drammatizzazione).

 

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